Stregata dalle illusioni di Escher

Siamo nel mese di Ottobre, nell’aria si respira l’atmosfera di Halloween, dove tra macabre e tetre scenografie ci piace scherzare su Incantesimi e Malefici. Oggi vi racconterò di come Madame sia rimasta totalmente stregata dalle illustrazioni di un’artista davvero singolare, ma quale sortilegio si nasconde dietro a queste illusioni?

La prima voce del manifesto di Madame Framboise dice cosi: “l’Illustrazione è Magia”

La sua meraviglia consiste nell’esprimere un desiderio e poterlo realizzare. L’illustrazione ci fa sognare, ma è anche un modo per esorcizzare la delusione quando nella realtà questo non può esaudirsi.

Possiamo fantasticare senza limiti, ma c’é chi si è divertito a sfidare davvero l’impossibile tanto da lasciare sbalorditi perfino scienziati e matematici! Si tratta di Maurits Cornelis Escher (1898 – 1972), incisore e litografo olandese.

“Solo coloro che tentano l’assurdo raggiungeranno l’impossibile” (Escher)

La mongolfiera di Madame si è fermata nel centro dell’Aia, dove nel magnifico palazzo reale è possibile visitare Escher in Het Paleis. Una mostra permanente di oltre 150 stampe, un viaggio affascinante attraverso il suo magico mondo, fatto di illusioni ottiche e situazioni impossibili. Escher partendo dall’osservazione dello spazio nel mondo reale, si è divertito a sperimentare e giocare con il riflesso, la percezione e la prospettiva.

“Siete davvero sicuri che un pavimento non possa essere anche un soffitto?” (Escher)

Fin dalla tenera età manifestò il suo talento artistico attraverso il disegno, si appassionò alla grafica e alla xilografia, ovvero l’arte dell’incisione in rilievo di lastre in legno utilizzate successivamente per stampare su carta.

La prima parte della sua carriera artistica comincerà proprio qui in Italia, conquistato dalla bellezza delle campagne toscane cominciò a dedicarsi alla paesaggistica. Successivamente migrò in Svizzera e poi in Spagna, dove a Granada rimase rapito dagli arabeschi e dai motivi grafici ripetuti che decorano il palazzo di Alhambra, la prima fonte di ispirazione per i suoi studi dedicati alla tassellatura.

La tassellatura non è altro che quello che in grafica chiamiamo comunemente “Pattern” ovvero una texture creata dalla suddivisione del piano in forme geometriche ripetute all’infinito. Lo studio di Escher della tassellatura fu qualcosa di innovativo, non si limitò a realizzare semplici ripetizioni, riuscì a unire successioni di tassellature creando delle vere e proprie evoluzioni pur mantenendo un senso di continuità. 

“Colui che cerca con curiosità scopre che questo di per sé è una meraviglia. ” (Escher)

Escher riuscì ad unire la sensibilità e la creatività di un’artista alla sperimentazione scientifica di un matematico. La cosa buffa è che lui di matematica sapeva ben poco, eppure svilupparò la sua opera su schemi geometrici lasciando sbigottiti perfino gli studiosi dell’epoca.

Passò allo specchio più tempo di un vanitoso, “per incipriarsi il naso?” direte voi! In realtà no, grazie all’utilizzo di specchi curvi e convessi approfondì lo studio dello spazio creando una tridimensionalità singolare, fondendo in un unico disegno diversi punti vista. Questo gli permise di avere una visione più completa dell’ambiente circostante. 

Ok ragazze adesso tutte fuori a comprare uno specchio convesso! 🙂

“Io non uso droghe, i miei sogni sono già abbastanza terrificanti.” (Escher)

Effettivamente considerato che non avesse un corsetto tanto stretto da impedirgli la circolazione sanguigna, la prima cosa che si pensa davanti alle opere di Escher è proprio questa, quasi a giustificarne il suo incredibile talento. Osservò lo spazio, rompendo qualsiasi schema progettando figure solide regolari o spiraliformi, dove non esiste più alcuna certezza tra il sopra e il sotto, il davanti e il dietro, il dentro e il fuori.

“Penso che sia nella mia cantina… Lasciami andare di sopra a controllare. ” (Escher)

Le sue illustrazioni enigmatiche raccontano di un mondo surreale dove strane creature prendono vita mescolandosi tra eterno e infinito, stravolgendo la tradizionale concezione dello spazio e del tempo, lasciandoti smarrito tra paradossi e ambiguità.

Vedere due mondi diversi nello stesso identico luogo e nello stesso tempo ci fa sentire come se fossimo in bàlia di un incantesimo. Solo un artista ci può dare questa illusione e suscitare in noi una sensazione eccezionale, un’esperienza dei sensi del tutto inedita. (Bruno Ernst)

Maurits Cornelis Escher: lui si che è davvero riuscito a fare dell’illustrazione una grande magia!

Se passate dall’Aia non dimenticate di fare un salto da Escher in Het Paleis rimarrete piacevolmente stregate dalle sue originali illusioni! 

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