Oufit ‘900: una selezione di abiti che raccontano lo stile nel XX secolo


Se c’é un luogo a Milano dove mi sento totalmente un pesce fuor d’acqua è il lussuosissimo Quadrilatero d’oro della moda.
É un luccichio troppo lontano a cui non appartengo, passeggiare in via Montenapoleone mi faceva sentire una disagiata perfino ai tempi dell’adolescenza 🙂
Direi che ad oggi questa sensazione non è cambiata, se non per un dettaglio che non è da poco: la bellezza dei prestigiosi palazzi storici e le piccoli corti interne con i fiori e le persiane grigio-azzurre.
La nonna “Ginetta” (la nonna di mio marito) ci raccontava sempre di quando lei nacque ai primi del ‘900 in via della Spiga, quando era ancora un quartiere di botteghe abitate da piccoli artigiani e commercianti, ed è così che preferisco pensare a questo luogo, con uno sguardo al passato.
È proprio questa la ragione che oggi mi ha condotta al civico 6 di via Sant’Andrea, nella sontuosa cornice di Palazzo Morando che fino al 4 novembre 2018 ospiterà Oufit ‘900.

Nella sede del Museo di Milano e della collezione Costume Moda Immagine si possono ammirare in tutta la loro bellezza una serie di abiti inediti indossati in occasioni speciali nel secolo scorso.
Oufit ‘900 si divide in due sezioni, il giorno e la sera, nella mostra trovate abiti da cocktail, da sera, da ballo, da ricevimento a corte, da gran pranzo e anche da sposa. Special guest è il raffinatissimo abito da sera di Giorgio Armani indossato da Glenn Close per la cerimonia degli Oscar nel 1994.
Premesso che non sono un’esperta di storia della moda e del costume, non so per quale strana ragione io mi senta sempre attratta dalle curiosità e dagli aneddoti che le nostre care damine possono svelarci.
Mi piace scoprire usanze e abitudini raccontate dai loro oggetti. In questi abiti possiamo capire come si sia sviluppato velocemente un susseguirsi di stili di vita e con essi come sia cambiato il ruolo delle donne nel corso di un secolo.
La rapida crescita economica di Europa e Stati Uniti a cavallo tra ‘800 e ‘900 fece sì che durante la Belle Époque le damine (ma anche i gentiluomini!) potessero divertirsi a sfoggiare outfit di tutto rispetto per ogni circostanza.
Si diffuse un vero e proprio galateo sull’abbigliamento e gli accessori più adeguati per ogni occasione: per il giorno, per il tè, le cene, il teatro, le cerimonie, il balli e il debutto in società.
I grandi couturier firmarono lo charme di gite in macchina, lunghi viaggi in aereo o in crociera e la divulgazione della carta stampata rese accessibili riviste, articoli, rubriche di moda e consigli a tutte le donne (o quasi).
In pochissimi anni il gentil sesso riuscì a liberarsi di una femminilità artefatta costruita con lacci e stecche e sostituì la costrizione dei corsetti con la comodità di abiti più morbidi.
La voglia di leggerezza dopo la prima guerra mondiale alimentò la diffusione di modelli più pratici e versatili, per passare da un cocktail pomeridiano a un party serale senza dover necessariamente cambiare outfit.
Un po’ alla volta le donne cominciarono ad essere più spontanee e disinvolte, iniziando così la scalata per l’emancipazione femminile. Ogni abito rispecchia la loro posizione nell’epoca storica e nel contesto socioculturale del momento.
Dagli stenti della guerra dove sono chiamate a lavorare duramente e scoprono l’arte dell’arrangiarsi, alla mondanità raccontata dallo scintillio delle paillettes o alla vivacità degli anni ’50.
In mezzo a tanti abiti siete riuscite a capire quale sia il preferito di Madame Framboise?
Se vi ho stuzzicato fate un salto da Oufit ‘900 per dare una sbirciatina da vicino tra le magnifiche sale di Palazzo Morando
Palazzo Morando | Costume Moda Immagine
via Sant’Andrea 6 – 1° piano, sale espositive
Orari: Martedì – Domenica, ore 9.00 – 13.00 | 14.00 – 17.30
20 dicembre 2017 – 4 novembre 2018
Da domenica 17 giugno i Musei civici, tra cui Palazzo Morando, sono divenuti ad INGRESSO GRATUITO! Dopo la mostra potrete visitare la storica residenza abitata nel corso dei secoli da svariate famiglie del patriziato milanese.
Dopo aver visitato Outfit ‘900 incuriosita sono entrata nella Galleria Cinese e in un susseguirsi di corridoi e salottini mi sono ritrovata a bocca aperta con il naso all’insù nella Sala d’Ercole. Un soffitto affrescato nei toni del verde e del rosa pastello impreziosito dalle filettature dorate, dove troviamo gli arredi originali tra cui le due specchiere rocaille.
Persa nella bellezza delle decorazioni ho cominciato a scattare foto da tutte le angolazioni, finché non ho scovato il Salottino Dorato, un concentrato scintillante di rococò dell’aristocrazia settecentesca.
Ma il bello deve ancora venire!!! Tra i vari ritratti mi fermo davanti ad una fanciulla a mezzo busto, mi cade l’occhio sulla targhetta e leggo Marie Louise Vigée Le Brun. Non ci potevo credere, la mia preferita!!! Ero davanti ad un suo dipinto e poco più in la c’é anche l’olio su tela del conte Giulio Renato Visconti Litta Arese.
In realtà dopo un primo abbaglio per il nome apposto targhetta, arrivando a casa e consultando la biografia dell’expo della Vigéè Le Brun, mi è sorto qualche dubbio su questi dipinti: ci sono più versioni di fattura diversa, il ritratto della fanciulla sembra una brutta copia di quello esposto al Louvre.
Quali misteri si celeranno dietro a queste opere?
Così questa damina curiosa dal sederotto pomposo e tondeggiante che si sentiva a disagio nel lusso delle vetrine del quadrilatero della moda, improvvisamente si è resa conto che in quello strepitoso salotto dai toni pastello era proprio nel luogo giusto!
Mie care damine non fermatevi alle apparenze, perché se cercate a fondo troverete qualcosa che vi appartiene anche nei luoghi più impensati.
Ad ogni modo se decidete di farvi un giro nel quartiere milanese delle grandi griffe, testa alta e…