Sapevi che la Regina Vittoria (1819-1901) illustrò racconti, album e diari con acquerelli e sketches? Oggi viaggeremo alla scoperta del talento artistico della sovrana che ha reso la Gran Bretagna uno degli imperi più potenti al mondo e segnato fortemente un’intera epoca, tanto da darle il suo nome: l’Epoca Vittoriana. Prepariamo colori e pennelli, si parte!
I diari della Regina Vittoria
La giovanissima “Drina”, diminutivo della Principessa Alexandrina Victoria di Kent, si dedicò alla scrittura dei suoi diari dall’età di tredici anni, grazie alle indicazioni ed al supporto della sua governante Louise Lehzen, ma sotto la rigida supervisione della madre, la Duchessa di Kent, fino al raggiungimento del trono.
“In questo libro che mi ha regalato la mamma, potrei scrivere il diario del mio viaggio in Galles” cit. Queen Victoria – 1832
Dei Queen Victoria’s Journals stilati di suo pugno, giungono a noi i 141 volumi custoditi nei Royal Archives. Nella seconda metà dell’Ottocento, alcuni estratti di questi diari furono pubblicati ed ebbero anche un discreto successo.
Alla morte della Regina, l’ultimogenita la Principessa Beatrice, ricevette le disposizioni per la trascrizione, ma una parte dei racconti venne censurata e tagliata via.
Questi diari, insieme alla corrispondenza e agli album da disegno, oltre a raccontare i momenti più intimi della vita della Sovrana, sono una preziosa testimonianza della realtà socioculturale e politica britannica del XIX secolo.
1832-1901: un’appassionante cronaca di vita quotidiana
Lehzen ritratta dalla Regina Vittoria Contessa Marie von Klebelsberg ritratta dalla Regina Vittoria Sketch Regina Vittoria Incoronazione Regina Vittoria Napoleone III ritratto dalla Regina Vittoria Eugenia de Montijo ritratta dalla Regina Vittoria
Vittoria descrisse e illustrò in modo spontaneo ciò che riguardò la sua vita sociale e privata: i numerosi ospiti ricevuti, i ministri, i progetti e le idee, i viaggi, il suo adorato Albert e i nove figli.
Era una donna molto pratica e concreta. Raramente prese ispirazione dall’immaginazione per realizzare soggetti simbolici o fiabeschi come quelli dei contemporanei preraffaelliti.
Dalla sua infanzia solitaria a Kensington Palace, sotto la stretta sorveglianza e guida della governante Lehzen, si dedicò allo studio e all’arte. Studiò storia, geografia, francese, tedesco e italiano. Prese lezioni di piano, di canto, di ballo e di disegno, dal ritrattista Richard Westall.
Esistono più di cinquanta album da disegno e taccuini con schizzi e illustrazioni
Nella prima adolescenza iniziò con l’illustrare ballerine e spettacoli teatrali, ma una volta ricevuta la corona all’età di diciotto anni, Lord Melbourne entrò nelle sue simpatie e anche nelle pagine dei suoi Journals. Fu una grande guida politica, un consigliere e anche un sincero amico.
Aihmè, dopo pochi anni il Primo Ministro venne soppiantato con grande entusiasmo dall’affascinante cugino di Coburgo, a lei destinato fin dalla nascita: il Principe Consorte Alberto di Sassonia-Coburgo e Gotha.
La grande adorazione per Albert
Il Principe Albert era gentile, bellissimo, sapeva danzare divinamente, era amante dell’arte, della musica e della scienza, la Regina non poté resistere a tanto fascino e si fece avanti chiedendolo in sposo.
Essendo la regina, toccava a lei dover chiedere la mano del futuro consorte, così fu e si sposarono il 10 febbraio 1840.
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Il loro amore appassionato e l’interesse per l’arte fece si che i coniugi si regalarono a vicenda opere d’arte. Vittoria nel 1843 si fece ritrarre da Winterhalter in déshabillé, con le spalle scoperte e la lunga chioma sciolta. Un ritratto sconveniente per una sovrana e per l’epoca, ma degno di una giovane fanciulla devota e sensuale. Albert, invece, si fece scolpire nel marmo come un guerriero greco-romano.
Dopo aver provato le attenzioni affettuose e “le sorprendenti gioie della camera da letto”, la Regina Vittoria non riuscì più a separarsi da questo marito che le diede ben 9 figli in 16 anni (sebbene lei non amasse i bambini piccoli e ancor meno la gravidanza e l’allattamento).
In realtà, riempì i diari e album di aneddoti e disegni dei suoi figli. Lei e Albert si occuparono attivamente della loro educazione, sebbene lei non lo disegnò mai insieme a loro. Albert seguì da vicino la loro istruzione, a volte anche in maniera creativa; il programma prevedeva pratica in cucina, nei lavori domestici, agricoltura e perfino carpenteria. Li portarono a teatro, allo zoo e al museo delle cere di Madame Tussauds.
L’idillio della famiglia numerosa e felice della Royal Family era il simbolo della società in cui regnavano. La coppia reale incarnava il puritanesimo della famiglia vittoriana fondata sull’educazione, la conoscenza e un impeccabile rigore morale.
Principessa Alice ritratta dalla Regina Vittoria Principessa Beatrice ritratta dalla Regina Vittoria Principessa Vittoria ritratta dalla Regina Vittoria Principesse Alice e Vittoria ritratte dalla Regina Vittoria
L’amore per l’arte e la nascita del Victoria & Albert Museum
Victoria e Albert, oltre a scambiarsi reciprocamente doni artistici, realizzarono insieme delle incisioni. L’Ottocento si caratterizzò per le grandi innovazioni e Albert credette fortemente nel progresso tecnologico, nella scienza e nelle arti.
Nel 1851, nel Palazzo di Cristallo di Hyde Park, organizzò la Grande esposizione delle opere dell’industria di tutte le Nazioni di Londra, per celebrare l’industria moderna e il design. Fu un grande successo e una parte del ricavato venne utilizzato per la costruzione dell’Albertopolis a South Kensington. Il centro educativo e culturale accoglie diverse istituzioni tra cui il Museo di Storia Naturale, il Museo della Scienza e il Victoria and Albert Museum.
Il V&A ancora oggi è il più grande museo al mondo dedicato all’arte, alle arti decorative e al design.
La Principessa Louise, la sesta figlia, ereditò il talento artistico dei suoi genitori, ma la sua posizione non le permise di intraprendere questo tipo carriera. Frequentò la scuola d’arte e la scuola di arte e design National Art Training School, l’attuale Royal College of Art.
Dalla metà del XX secolo alla Royal College of Art si iniziarono ad insegnare progettazione grafica, design industriale di prodotto.
Le avventure di Alice Laselles
Ma guardate un po’ cosa è sbucato fuori dai Royal Archives del Castello di Windsor? Un delizioso racconto per bambini scritto ed illustrato dalla Regina Vittoria all’età di dieci anni (1829-1830).
“Alla mia cara mamma. Questo, il mio primo tentativo di composizione, è affettuosamente e doverosamente scritto dalla sua affettuosa figlia, Victoria.” cit. Queen Victoria – 1830
“Le avventure di Alice Laselles” racconta delle vicende della dodicenne Alice, orfana di madre che va a studiare presso la Mrs Dunconbe’s school. Si tratta di una piccola e rispettabile scuola “domestica” che ospita otto giovani ragazzine provenienti da famiglie benestanti e del misterioso gatto apparso nella cucina di Mrs Dunconbe’s.
Ovviamente la Regina Vittoria non fu l’unica autrice di questo grazioso racconto, di cui compose il testo in una delle sue lezioni. Il libro ha preso forma grazie alle illustrazioni di Cristina Pieropan, all’interno delle quali Felix Petruška, ha digitalizzato ed inserito le Paper Dolls della regina, custodite negli album presso gli archivi reali. Presumo siano state scansionate, scontornate e modificate con piccoli ritocchi, per essere adattate ed inserite nel racconto.
Dalle ipotesi sul tratto e la giovane età della regina, è probabile che le Paper Dolls siano state disegnate dalla Baronessa Lehzen e colorate da Vittoria.
Vittoria trascorse un’infanzia piuttosto isolata e solitaria a Kensington Palace, in compagnia della sua governante, della sorellastra Feodora e a capo di un centinaio e passa di bambole, con quali fece “le prove” dell’impero matriarcale di cui sarebbe stata a capo 🙂
Non ebbe molti amici coetanei con cui giocare. Queste bambole erano le sue compagne di gioco, attraverso le quali si rifletteva il suo vissuto tra ospiti illustri, nobili, artisti del teatro e del balletto e personale domestico del palazzo.
Sono praticamente la stessa tipologia di soggetti che troviamo negli acquerelli raccolti nei suoi album e diari, i quali nomi torneranno in uso in viaggio per celarne la notorietà.
Una viaggiatrice in incognito
La Regina era molto curiosa e amava viaggiare, fu così entusiasta del suo primo viaggio in treno che utilizzò questo mezzo così veloce e moderno, per il suo Grand Tour lungo il vecchio continente.
Visitò per la prima volta la Svizzera nel 1868, l’Italia nel 1879, Il sud della Francia nel 1882 e la Spagna nel 1889. Viaggiò in incognito sotto il nome di Contessa di Kent in Svizzera e Contessa di Balmoral in Italia, ma naturalmente la magnificenza dei treni, intere ville e hotel di lusso a disposizione per il soggiorno e la quantità di persone al suo seguito, non lasciavano dubbi sulla sua identità.
Fino al 1890, illustrò le sue vacanze grazie all’aiuto di guide locali, purtroppo nell’ultimo decennio della sua esistenza la sua vista peggiorò, infatti il suo ultimo sketchbook è datato 1885-1888.
Papeterie Rontani Nizza Papeterie Rontani Nizza
Sono appena rientrata dalla Costa Azzurra, dove il suo passaggio è stato particolarmente significativo per la trasformazione della Riviera, da semplice località di villeggiatura a vera e propria ambita meta turistica.
Negli ultimissimi anni soggiornò spesso all’Hotel Regina sulla collina di Cimiez, ma tra le viuzze del centro storico di Nizza c’é la Papeterie Rontani che in un’insegna porta la dicitura “Cartoleria di Sua Maestà la Regina Vittoria”. Infatti pare che proprio qui la regina acquistasse le sue forniture di carta e cancelleria.
É un negozio di belle arti, ma ho qualche dubbio che effettuasse acquisti relativi ai materiali da disegno visto che soggiornò a Nizza tra 1895 e 1899 (morì nel 1901), ma già da qualche anno aveva difficoltà con la vista.
Certo è che non capita tutti i giorni di fare shopping dal fornitore della regina 🙂
Una cliente speciale e particolarmente esigente
La talentuosa Vittoria non si accontentò solo del servizio di negozi di belle arti. Nel 1837, avanzò direttamente le sue richieste alla famosissima e ancora attuale Winsor & Newton, marchio produttrice di pennelli e colori di alta qualità che nel 1841 ricevette il Royal Warrant.
La Regina espresse il desiderio che venisse prodotto un set di pennelli per acquerelli della sua misura preferita la n.7. I pennelli originali erano realizzati in peli finissimi di zibellino, avorio e argento.
Oggi la Winsor & Newton è ancora al servizio della famiglia Reale, entrando nei paesaggi acquerellati di Sua Altezza Reale il Principe di Galles. Per lui è un semplice hobby rilassante, ma il ricavato delle sue tirature limitate viene devoluto in beneficienza. Il Principe Carlo è tra gli artisti britannici più pagati del Regno 😉
A questo punto mi chiedo, chissà quali altre grandi meraviglie a noi comuni mortali ancora sconosciute, sono custodite dentro agli archivi reali di HM Queen Elisabeth II
Conoscevi questo lato artistico della Regina Vittoria?
Ti aspetto nei commenti e ti saluto fino al prossimo viaggio nel mondo dell’illustrazione.
À bientot Madame Framboise
Bibliografia: se vuoi approfondire la lettura o desideri sfogliare i meravigliosi libri dei quali ti ho parlato in questo articolo ti consiglio
Queen Victoria’s Sketchbook di Marina Warner – 1979