Valentines

Dame e cavalieri innamorati per questo San Valentino vi porto indietro nel tempo con la tipografia vittoriana. Curiosiamo tra le pagine illustrate delle riviste inglesi dell’ottocento, per scoprire come si sia diffuso l’entusiasmante scambio di Valentines. Missive galanti o semplici e amichevoli manifestazioni d’affetto? Scopriamolo insieme 😉

Un entusiasmo contagioso 

Dalle illustrazioni e dagli articoli pubblicati sulle antiche riviste inglesi, traspare la sincera e viva emozione che i cuori infatuati devono aver provato in occasione di San Valentino nel XIX secolo. Celebrazione che adesso perfino snobbiamo perché ritenuta troppo commerciale.

Certo oggidì non ci mancano i mezzi e soprattutto la libertà di poter comunicare tra innamorati, ma in passato l’impresa è stata tutt’altro che semplice. Corteggiare una donna richiedeva un certo ingegno per raggirare le regole e potersi divertire un po’, seppur con apparente innocenza.

Va bene la cultura, va bene l’epoca storica, ma cupido ha sempre scoccato in egual modo le sue frecce, per far palpitare cuori, illuminare sorrisi e languire sguardi.

Valentines per tutti

Dietro ad un primo sguardo spassoso e ai nostri occhi quasi buffo per questa strabiliante eccitazione, non ho potuto non rimanere colpita da alcune illustrazione con protagoniste in giovanissime età.

Di primo acchito confesso di esserne rimasta un po’ turbata visto che in passato, soprattutto nelle famiglie nobili e altolocate, i matrimoni venivano combinati sin dalla nascita per mantenere o accrescere il patrimonio e il prestigio familiare.

La massima ambizione femminile era quella di poter fare “un buon matrimonio”. Rimanere zitella era un destino ben più crudele e la possibile alternativa era la vita monastica. A voi l’imbarazzo della scelta!

Diciamo che una volta assolto il compito per il quale padri, fratelli e tutori si adoperavano per piazzare le giovani donzelle, perfino con uomini di qualche decennio più vecchi se facoltosi, con un po’ di fortuna data l’età, si poteva sempre ben sperare in una precoce vedovanza 😉

e conquistare così un pizzico di libertà.

A special Favourite of St. Valentine

Fortunatamente, questa vera e propria mania di scambiarsi doni e bigliettini affettuosi, soprattutto in epoca vittoriana, non  era solo una prerogativa degli innamorati, ma una vera festa della famiglia e dell’affetto. In alcune zone dell’Europa centrale, infatti, questa ricorrenza nasce proprio in relazione al valore dell’amicizia. Nell’area tedesca erano diffuse le Freundschaftskarten, le “Carte dell’amicizia” ​​che venivano donate in occasione di compleanni, anniversari e onomastici.

Per questo, in epoca vittoriana troviamo illustrazioni con dolcissime bambine emozionate nel ricevere il loro primo biglietto di San Valentino, magari inviato da una zia o una cara amica, quindi assolutamente niente di malizioso.

St. Valentine’s Day – The Illustrated London News – 1868

Origine dei Valentines

Alla fine del Medioevo, quando in Inghilterra il rito di San Valentino era già ben consolidato, gli innamorati usavano scambiarsi doni chiamati proprio “Valentines”. Alla corte di Elisabetta I ci si divertiva a sorteggiare coppie e Valentines che comprendevano accessori quali guanti ricamati, calze e gioielli molto costosi.

Il primo biglietto di San Valentino risale al 1415, scritto da Carlo d’Orleans, duca di Valois, alla moglie mentre era rinchiuso nella torre di Londra:

Je suis desja d’amour tanné, ma tres doulce Valentinée

Sono già malato d’amore, mia dolcissima Valentina.

St. Valentine’s Day – Drawn by A. Hunt – The Illustrated London News – 1863

Dal 1400 le suore francesi e tedesche intagliavano nella pergamena i primi santini. Al centro vi erano dipinte delle immaginette religiose quali santi, cuori Sacri o il simbolo dell’infinito, mentre ai lati erano decorate con un bordo di pizzo intagliato minuziosamente a mano. Questi santini venivano donati in occasioni speciali come il matrimonio, la comunione o i lutti, ma anche semplicemente per amore. Un tempo la carta non era un bene così diffuso, era piuttosto costosa, per questa ragione queste missive venivano realizzate solo in determinate occasioni speciali.

Nell’America tra il XVIII e il XIX secolo, l’abbondanza di cartiere della Pennsylvania fece si che i tedeschi migrati in quella zona, poterono importare le loro maestrie artistiche e dare estro a bellissimi documenti miniati d’arte popolare chiamati Fraktur (che puoi scoprire qui).

Certificati di nascita, battesimo e matrimonio erano realizzati con decorazioni pittoriche, motivi geometrici o intagliati, accompagnati da elegante calligrafia. Queste caratteristiche vennero presto impiegate anche fuori dall’ambito religioso, nelle lettere d’amore e nei Valentines.

St. Valentine Day- The Illustrated London News – 1853

Il boom del XIX secolo

Prima della produzione in serie, i Valentines erano rigorosamente realizzati a mano. Chi non avesse avuto a disposizione particolari doti creative o una buona manualità, poteva sempre affidarsi ad artisti e calligrafi delle botteghe artigiane. 

Ma cosa scriverci dentro se si era poco fantasiosi? Nessun problema, nel 1797, un editore britannico pubblicò The Young Man’s Valentine Writer, il corrispettivo del più attuale Segretario Galante, un prontuario ricco di suggerimenti. Era sufficienti ispirarsi alle frasi pronte, dare un piccolo tocco di personalizzazione ed il gioco era fatto.

I primi esemplari di Valentines erano molto semplici, anche solo un pezzo di carta con un piccolo decoro e una cornice intagliata, con un messaggio o una poesia al centro, ripiegato e sigillato. La prima macchina per la produzione industriale di buste che meccanicamente le tagliava e le piegava, venne brevettata solo nel 1845.

St. Valentine’s Day at the stage door – – Illustrated Sporting and Dramatic New – 1877

Tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento, in Inghilterra il servizio postale era ancora poco sviluppato. La maggior parte delle comunicazioni scritte avvenivano localmente, consegnate a mano di persona o tramite un messaggero. Spedire e ricevere messaggi tramite la posta era ancora molto costoso, inoltre la spesa era a carico del destinatario.

Immaginate la gioia dei padri che avrebbero dovuto accogliere l’enorme mole di Valentines di tanti ammiratori segreti che solo in quel giorno avevano la possibilità di scrivere alle loro figlie (e per di più senza dovergli chiedere in anticipo il permesso!).

Nel 1840 arrivò il Penny Black, il primo francobollo con l’effige della Regina Vittoria che permetteva di spedire al minimo costo di un penny. Tra il 1840 e il 1860 esplose il boom di questi biglietti. Tutti matti per questa moda di poter spedire messaggi galanti e di ogni genere.

Non solo, l’arrivo della cromolitografia e delle nuove tecniche di stampa, misero a disposizione una maggior scelta di bigliettini già pronti di tutte le fogge, ai quali era sufficiente inserire solo il messaggio.

Immaginate l’afflusso di donzelle scalpitanti e civettuole negli uffici postali dell’epoca e la gioia dei postini extra che venivano ingaggiati appositamente per soddisfare l’enorme mole di lavoro da smaltire in un così breve tempo.

Insomma a giudicare dalle illustrazioni devono esser stati davvero giorni intensi dove si poteva respirare davvero la magia dell’amore nell’aria. Vediamo un po’ cosa raccontano gli articoli che accompagnano alcune immagini.

Quale dovrei scegliere?

Valentine’s Day – “Which shall I have?” The Illustrated London news – 1877

Nel numero del 17 febbraio del 1877 di The Illustrated London News, apparve questa illustrazione intitolata “Which shall I have?”

Questa graziosa bambina piuttosto benestante, sembra chiedere consiglio alla sua bambola, su quale bigliettino dovrebbe scegliere. Ha in mano un paio di Valentines prodotti dalla manifattura di Mr. Rimmel o Mr Marcus Ward, o altri celebri produttori del momento. 

Si domanda se scegliere quello che mostra un tenero nido verde di uccellini, splendidi nel loro piumaggio cremisi e giallo, con il loro tesoro di uova d’argento. O quello su cui sono scritti versi che non sa ancora leggere, ma che mostra il ritratto di un bambino e una bambina vestiti di seta dai colori sgargianti, con scarpe e cinture d’oro, posizionati affettuosamente tra le aiuole di un giardino in miniatura, dove il la beatitudine della tenerezza reciproca è ulteriormente simboleggiata dalla coppia di colombe che tubano.

Entrambi sono arrivati questa mattina, spediti dalla gentile zia, uno per lei ed uno per il fratellino, quindi ora deve decidere quale dei due tenersi. La mamma rifiuta saggiamente di dare alcun consiglio, lo stesso anche la tata, il fratellino poi non parla ancora. Dolly è l’unica con la quale può consultarsi e per prendere una decisione: “Dolly quale dovrei scegliere?”

Grandi aspettative

Valentine’s Day Great Expectations – The Illustrated London News – 1882

Nel numero dell’11 febbraio del 1882 di The Illustrated London News, apparve questa illustrazione intitolata “Great Expectations

L’usanza di spedire e ricevere pegni d’amore quali gettoni, lettere, poesie e disegni la mattina di San Valentino travolge di entusiasmo perfino le più giovani fanciulle, simpaticamente sorvegliate dalle sorelle maggiori. Un vero momento di festa, l’illustrazione si compone di una mezza dozzina di belle donzelle di età diverse, oltre alla cameriera alle loro spalle, che aspettano con ansia l’arrivo del postino.

Potrebbero avere motivo, a quanto pare, di aspettarsi almeno un centinaio di lettere per ciascuno di loro a giudicare dalle dimensione del cestino, grande tanto da contenere la più piccola e Miss Beatrice, che ha quasi 9 anni, è pronta a ricevere il carico.

Poi in un trenino di risate e gridolini correrranno su per le scale e li getteranno sul pavimento per dividerli alle rispettive destinatarie. Possiamo solo immaginare il loro innocente entusiasmo, grazie a San Valentino che poco dopo Natale e capodanno, torna a visitarci con doni graditi.

Dove è finita la missiva?

Nel numero del 17 febbraio del 1883 di The Illustrated London News apparvero queste illustrazioni intitolate “Where the missive went?”

La manifattura dei Valentines, concepite per veicolare il simbolo del tenero sentimento e della sua manifestazione epistolare, ha raggiunto un discreto commercio. Dà lavoro a centinaia di ragazze che per quanto il cuore femminile possa essere incline a contemplare San Valentino, saranno ben stanche di occuparsi di notevoli quantità di bigliettini. 

Anche i corrieri delle Poste si trovano pesantemente appesantiti la mattina di quel giorno, quando le cameriere sono solite aspettarsi il colpo delle otto alla porta con una piacevole ansia, caratteristica del loro sesso e della loro età.

Può, infatti, accadere per una cattiva consegna, con tali conseguenze come vediamo nelle due figure rappresentate nelle incisioni, che l’elegante e lusinghiera missiva che aveva lo scopo di donare una degna espressione di ammirazione in una giovane donna, finisce nelle mani di un vecchio signore irascibile, confuso tra il suo pacchetto di lettere commerciali. La signora invece, riceve al suo posto una circolare che la invita ad acquistare quote di una Società per Azioni.

C’è da sperare che questo errore, apparentemente causato dall’uso di una busta sbagliata in entrambi i casi, non sarà occasione di rimproveri e che il corso del vero amore, nonostante il disguido, possa trionfare.

La manifattura dei Valentines

Valentines
The Manufactures of Valentines – The Illustrated London News – 1874

Questa pagina dell’Illustrated London News del 14 febbraio 1874 mostra il processo della produzione dei biglietti di San Valentino nei locali di George Meek e nel laboratorio di Eugène Rimmel.

Siamo molto lieti di apprendere che questo delizioso scambio di biglietti ora sia così intenso anche in occasione di San Valentino, perché aiuta a mantenere il buon umore in famiglia, proprio come avviene a Natale e Capodanno.

Spinge i più giovani a ricordare gli amici assenti e dimostra loro come amici e parenti possono usare l’ufficio postale per scambiarsi l’un l’altro le reciproche manifestazioni di affetto. Il buon gusto per la scelta di tali dispositivi ornamentali che presentano un’armonia di forme e colori andrebbe sviluppato fin dalla tenera età. L’amore per ciò che è bello e aggraziato, così come la pratica della cortesia, possono essere incoraggiati dal loro scambio di biglietti di San Valentino.

Nello stabilimento situato nello Strand, il celebre profumiere Eugène Rimmel, fabbrica, vende ed esporta un’immensa varietà di prodotti così raffinati, soddisfacendo non solo i piaceri del profumo, ma anche quelli dell’occhio. Rimmel inventa costantemente nuove combinazioni di materiali decorativi e nuovi dispositivi. Tutte le parti vengono assemblate e rese deliziose con la sua piacevole fragranza.

Abbiamo quindi visitato, anche lo stabilimento del signor George Meek, a Crane-court, Fleet street, per esaminare i processi di doratura o argentatura, taglio, perforazione, goffratura e trattamenti vari della carta a imitazione del pizzo o del ricamo. 

Manualità, precisione e fantasia

Le illustrazioni di questa pagina mostrano le operazioni svolte, ma sarebbe giusto ricordare anche i diversi rami dell’industria artistica. Senza la collaborazione del disegnatore, del litografo, dell’incisore del legno, del pittore o dello stampatore a colori, del cartonista, del fioraio artificiale, degli operai della seta, delle piume, del vetro, della filigrana e della lacca, oltre a molti altri di diversa abilità, non potremmo avere questi affascinanti “ninnoli degli innamorati” per la festa primaverile.

I primi ad essere descritti sono i processi per l’ornamento della carta nello stabilimento del signor Meek, la doratura e l’argentatura che vengono eseguite mettendo della vernice umida sulla carta e poi stendendovi una foglia d’oro o d’argento, oppure coprendola con polvere metallica. Grazie a caratteri o bassorilievi ornamentali, il motivo o l’immagine apparirà in oro o argento, quando le altre parti della foglia di metallo saranno rimosse.

Una ricerca mostra che nel 1830 circa 60.000 biglietti di San Valentino passarono per l’ufficio postale di Londra. Nel 1871, quando la popolazione della città era di oltre 3 milioni ne furono inviati più di 1,5 milioni.

Le nostre prime tre illustrazioni mostrano la posa della foglia d’oro o d’argento, l’impronta sulla carta umida, mediante un piccolo torchio a mano e l’asciugatura. Nell’illustrazione successiva, nell’angolo in alto a destra della pagina, vediamo il taglio di motivi nella carta con la pressa. In fondo alla pagina, al centro, c’è una macchina massiccia utilizzata per goffrare la carta, dopo la foglia oro o argento oppure  realizzare pattern o una perfetta imitazione del merletto.

Diverse giovani donne sono impiegate, infine, a ritagliare e piegare questa carta ornamentale, molto richiesta per varie occasioni, così come per le lettere di San Valentino.

L’incisione più grande al centro della pagina mostra una scena in uno degli affollati e piacevoli ambienti di lavoro del signor Rimmel. In base alla stagione si possono trovare dalle ottanta alle centocinquanta impiegate.

È una vista piacevole osservare le loro abili dita all’opera, in una varietà di piccoli e graziosi congegni che danno libero sfogo a una fantasia ingegnosa.

Il signor Rimmel dirige questi artigiani nei loro molteplici compiti, creando costantemente nuove combinazioni artistiche, piacevoli accostamenti di colore, unendo materiali stratificati e pittoreschi, con stravaganti sorprese e scherzi.

The answer – Drawn by Marcella Walker – The Illustrated London News – 1885

Ha abilmente introdotto tra il pizzo di carta e la filigrana, i fiori artificiali e le vere piume di marabout, i piccoli amorini dipinti e cherubini o coppie di innamorati.

La maggior parte delle persone è incline, una o due volte nella vita, a spendere il proprio denaro in un affettuoso tributo sentimentale.  Sarebbe un ottimo passatempo per i giovani progettare e fabbricare da sé il proprio biglietto di San Valentino. Per quelli meno creativi invece, basterà comprare ornamenti e decorazioni già pronte e assemblare il tutto.

Perfino Charles Dickens rimase così affascinato dalla produzione di biglietti di San Valentino che il 20 febbraio 1864 pubblicò un articolo simile a quello sopracitato, come “Cupid’s Manufactory“, in cui descrisse dettagliatamente questa “frivola” produzione.

Messaggi dal cuore

Era quasi impossibile rimanere indifferenti alla seduzione di questi accattivanti Valentines. Nelle generazioni passate, soprattutto in epoca vittoriana era sconveniente manifestare i propri sentimenti. Il corteggiamento doveva essere particolarmente discreto, per questa ragione nel giorno di San Valentino, si poteva approfittarne per superare l’imbarazzo e concedersi qualche piccola libertà senza finire nel ridicolo.

The Love letter – B. Zickendraht – The Illustrated London News – 1893

Il divertimento dei Valentines era quello di esser recapitati in forma anonima, firmati solo con iniziali, oppure nascondere messaggi segreti dietro ad enigmi, simpatici giochi o piccoli rebus.

Le giornate lavorative erano molto lunghe e faticose, ma l’entusiasmo faceva si che nel poco tempo libero ci si dedicasse con devozione alla creazione di questi capolavori.

Poi, con un po’ di iniziativa, un delizioso bigliettino veniva fatto misteriosamente scivolare sotto ad una porta, appeso al battacchio o alla maniglia, oppure lasciato in un luogo segreto di cui solo i due innamorati erano a conoscenza.

Insomma tra misteriosi corteggiatori o semplici messaggi d’affetto e amicizia, un tempo si che il giorno di San Valentino era davvero una ricorrenza speciale. Sicuramente dovremmo ritrovare il tempo per inviare meno messaggi digitali e tentare di realizzare qualcosa che venga davvero dal cuore.

E tu, hai preparato i tuoi Valentines?

Ti aspetto nei commenti e ti saluto fino al prossimo viaggio nel mondo della tipografia retrò.

À bientot Madame Framboise

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*