Siete alla ricerca di un ritratto professionale che sveli i segreti più bizzarri del vostro mestiere? Bene, guardate un po’ alla fine del XVII secolo quale diavoleria è uscita fuori dalla bottega artigiana di un’intera famiglia di artisti. Per un Primo Maggio ancora segnato dall’incertezza, ma sempre appassionato e ricco della voglia di rimettersi al lavoro, lasciatevi sedurre dalla meraviglia! Prendete la vostra fedele cassetta degli attrezzi perché vi porto alla scoperta della strabiliante serie di incisioni dei Costumi Grotteschi e dei Mestieri dei Nicolas de Larmessin.

Nicolas Larmessin e l’abito del profumiere

Nicolas Larmessin
Abito del profumiere

Tutto è iniziato qualche anno fa, quando nel curiosare musei e vecchie pagine ingiallite per studiare la storia del profumo, mi sono imbattuta in questa bizzarra illustrazione: “Habit de Parfumeur“. Un personaggio davvero stravagante, agghindato in un costume carnevalesco, riccamente decorato con gli attrezzi del suo mestiere. Flaconi di acque profumate per tutti i gusti, essenze, saponette, unguenti, polveri, ventagli, pelli trattate e profumate per la realizzazione di morbidi guanti. (qui ti ho raccontato di come un tempo i profumieri erano anche guantai) Sopra la testa, per completare il tutto, uno sbuffante brucia essenze per cappello.

Attratta da questo insolito soggetto, mi sono attivata per capire chi fosse l’autore di tanta creatività, ovvero il tal N. de L’Armessin de la Pòme d’Or di Paris.

Nicolas Larmessin I, II, III o IV?

Ricostruire la biografia precisa e dettagliata di questa famiglia di artisti parigini, vissuti tra il Seicento e il Settecento, non è cosa semplice. Portano tutti lo stesso nome e cognome per tre generazioni consecutive e hanno svolto la stessa attività lavorativa (o affini), così spesso le indicazioni si sovrappongono, risultano approssimative e decisamente confuse.

Non solo, in qualsiasi ricerca, tra vecchie pagine ingiallite, li ho trovati come Larmessin, ma in realtà le illustrazioni sono firmate con “A Paris, chez N. de L’Armessin, rue St. Jacques, à la Pôme d’or“, quindi anche sul cognome ci sono delle incongruenze.

Cominciamo in ordine cronologico e incontriamo subito il primo Nicolas de Larmessin I, un libraio doratore parigino, con il negozio in rue Saint-Jacques, deceduto nel 1683.

Il suo primogenito è colui che solitamente viene indicato come Nicolas de Larmessin II, vissuto tra il 1632 e il 1694 a Parigi, dove fu impiegato come scrittore ed editore francese sotto l’insegna de “La Pomme d’Or“. Dopo la gavetta presso l’incisore Jean Mathieu, realizzò diverse lavorazioni per l’editore e incisore Pierre Betrand, di cui sposò la figlia Marie Bertrand.

Nicolas de Larmessin II divenne celebre per la serie di ritratti “Le auguste rappresentazioni di tutti i re di Francia” del 1679, raffiguranti i re di Francia, da Pharamond a Luigi XIV, le regine di Francia e diversi papi. (trovi Luigi XIV e il Cardinale Mazzarino qui).

Successivamente, si distinse per “Les costumes grotesques et les métiers “, ma prima di raccontarti di questa serie, finiamo con le presentazioni di famiglia.

Nicolas de Larmessin III è il secondogenito di Nicolas I, vissuto tra il 1645 e il 1725. Lavorò come editore, incisore, artista grafico ed editore, prima presso la cognata rimata vedova del fratello Nicolas II e poi in modo autonomo tramandando la sua arte al figlio Nicolas de Larmessin IV. Quest’ultimo, vissuto tra il 1684 e il 1755 a Parigi, lavorò anche lui come incisore, illustratore e pittore e fece parte dell’Accademia reale di Pittura e Scultura. Si dedicò alle incisioni dei dipinti di artisti famosi quali Raffaello, Lancret, Boucher e i Racconti di La Fontaine.

Le tipografie di rue Saint-Jacques

Un tempo era la tradizione tramandarsi la bottega artigianale di famiglia e i segreti del mestiere di padre in figlio, per questo troviamo diversi artisti con l’appellativo di I o II oppure il “padre” e il “figlio” o ancora “il Vecchio” o “il Giovane“, ad esempio Jean Berain il Vecchio e Jean Berain il Giovane, Pieter Bruegel il Vecchio e Pieter Bruegel il Giovane, e così fu anche per i L’armessin.

Le tre generazioni della famiglia dal I al IV, furono testimoni della fiorente e vivace attività editoriale e tipografica che tra il XVII e il XVIII secolo si concentrò nella rue Saint-Jacques di Parigi. Nel 1620 un decreto stabilì che artisti, artigiani e commercianti di questo settore come editori, stampatori e librai avrebbero dovuto esercitare nell’area universitaria che aveva come centro questa via.

Siamo in pieno regno Luigi XIV e all’epoca erano in voga le incisioni illustrate per arricchire e decorare pubblicazioni varie come libri, almanacchi, gazzette, riviste, monete, ecc… Le maggiori raffigurazioni riguardavano i reali e la nobiltà, troviamo tutte le gloriose imprese del Re Sole, gli eventi e gli intrattenimenti, la moda e i costumi di scena.

I costumi grotteschi e dei mestieri

Questa è indubbiamente l’opera più celebre ed intrigante dei Larmessin. Una collezione di 97 tavole, iniziata intorno al 1690 da Nicolas II con i primi 62 pezzi, ai quali si aggiungono i 14 della vedova Marie Bertrand recuperati dai disegni del marito rimasti incompiuti, arricchita e completata dal fratello Nicolas III con ulteriori 21 incisioni realizzate tra il 1695 e il 1720.

Catalogate al Cabinet des Estampes, il Dipartimento di Stampe e Fotografia della Biblioteca Nazionale di Francia con il nome di Costumi Grotteschi, queste incisioni raffigurano uomini e donne vestiti con attrezzi e strumenti della loro attività artigianale, artistica e commerciale.

Questi soggetti bizzarri a tratti quasi inquietanti, definiti “grotteschi”dal Mercure Galant, rappresentano una parodia della società dell’epoca, espressa attraverso le attività professionali. Una via di mezzo tra i figurini di moda e i numerosi costumi teatrali allegorici che per tutto il XVII secolo hanno vivacizzato la danza barocca.

Alla corte di Luigi XIII, e ancor di più in quella di Luigi XIV, le arti, la letteratura, la musica e il teatro diedero vita a questi balletti di corte burleschi. Tra scenografie pastorali e allegorie della mitologia classica greco-romana, sovrani e aristocratici spettacolarizzarono il loro ruolo sociale e politico.

In questa esaustiva raccolta di costumi allegorici dei mestieri, l’abito diventa protagonista nella sua elaborata e ricercata decorazione. I numerosi e più svariati oggetti improvvisamente si animano. Danno vita ad una danza dove sembra quasi sentirne il fruscìo, il ticchettìo, il tintinnìo o il cigolìo.

Sono certa che questi abiti pazzeschi abbiano stregato anche voi. Seppur alcune delle professioni illustrate ormai siano rimaste nella memoria del passato, so che vi divertirete a curiosare per scoprire in quale veste è abbigliata la vostra, oppure per stupirvi nella meraviglia di mestieri a cui non avreste mai pensato.

I Nicolas de Larmessin, naturalmente, non sono stati gli unici a dilettarsi in questo genere di produzioni, ma visto che la collezione si compone di numerosi pezzi, vi lascio alla bellezza delle immagini e vi aspetto per il prossimo viaggio, in cui potremo scoprirne di altrettanto fantastici.

À bientôt Madame Framboise

Gallery

Bibliografia: se desideri la raccolta completa in versione stampata dei 97 Costumi Grotteschi di Nicolas de Larmessin, ti consiglio “L’Arcimboldo dei Mestieri” delle edizioni Mazzotta.

1 commento

  1. Vi siete dimenticati di citare un certo Giovan Battista Bracelli a cui de Larmessin si è notevolmente……abbeverato.

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